LA CANTATRICE CALVA, di Eugène Ionesco
La cantatrice chauve è la prima opera teatrale di Eugene Ionesco del 1950. Definita dallo stesso autore “anti-commedia”, essa è uno dei primi esempi di teatro dell’assurdo. L’autore si ispirò ad un manuale di conversazione inglese, accorgendosi della banalità delle frasi che vi erano contenute. «Comprai un manuale di conversazione dal francese all’inglese, da principianti. Mi misi al lavoro e coscientemente copiai, per impararle a memoria, le frasi prese dal mio manuale. Rileggendole con attenzione, imparai dunque, non l’inglese, ma delle verità sorprendenti: che ci sono sette giorni nella settimana, oppure che il pavimento sta in basso, il soffitto in alto». Lo spettatore si trova davanti a uno spettacolo fuori dagli schemi, dove non sembra esserci un filo da seguire, ma piuttosto un flusso di parole assurde e movimenti sconnessi dalla logica, dove il linguaggio è snaturato della sua funzione narrativa a favore di una sequenzialità apparentemente causale di azioni ed eventi calati in un contesto di nonsense.
E la cantatrice calva? Non sappiamo chi sia, ma di certo sappiamo che… ci parla di noi: la nostra incapacità di comunicare, la frustrazione derivante dal non essere capiti, il desiderio di far prevalere la nostra personale opinione su quella degli altri. Ionesco ci parla di ascolto, di contraddizioni e di stereotipi con un teatro innovativo e divertente, dove i personaggi sembrano parlarsi ma in realtà mantengono tutti uno stato di isolamento, come se non riuscissero o non volessero comunicare. Essi reagiscono a quel che (non) succede in modo imprevedibile, anticonvenzionale, assurdo, per l’appunto. L’oscurità del salotto degli Smith diventa una prigione dalla quale non c’è uscita, dove i personaggi sono costretti a confrontarsi all’infinito, reiterando le azioni in un vortice di frustrazione e rabbia crescente. L’anti-commedia ioneschiana è una sintesi del paradosso odierno della comunicazione, che vede contrapposti i più innovativi sistemi digitali all’incapacità reale dell’umanità di ascoltarsi e di entrare in empatia con il prossimo. Per quanto possa sembrarci una forzatura, abbiamo molto in comune con la Cantatrice Calva e i suoi sei protagonisti.
Regia di Luca Tessieri
Con: Vezio Bianchi, Federico Librino, Bianca Mazzei, Sara Neri, Arianna Ricciardi, Luca Tessieri
Aiuto Regia: Giuseppe Mendicino e Martina Perodi
Costumi: Bianca Mazzei
Tecnico Luci: Giuseppe Mendicino
Tecnico Audio/Video: Martina Perodi
DOVE: Teatro Sant’Andrea di Pisa, via del Cuore.
QUANDO: 26 ottobre 2024, h.21:15
DURATA: circa 1 ora e 10 minuti
BIGLIETTI: Intero €12, Ridotto studenti e over 65 €10, Ridotto soci Koru APS e “Amici di Koru” €8