NOZZE DI SANGUE, di Federico García Lorca

Nozze di sangue è il primo di tre spettacoli di García Lorca dedicato alla rappresentazione tutta femminile della costrizione della donna nelle convenzioni sociali, la sua lotta per l’affermazione personale e l’impossibilità di vivere assecondando la propria passione. L’opera prende spunto da un fatto di cronaca dell’Andalusia, terra natia di Lorca, che eleva l’evento locale a universale, portando alla luce i temi profondi e tragici di amore, morte, vendetta e destino. In un villaggio di campagna, lo Sposo si prepara alle nozze con la sua promessa Sposa. La Madre di lui, vedova, pur spingendo il figlio al matrimonio non è convinta delle nozze ed è presa da funesti presagi. Il Padre di lei sembra assecondare l’unione per interesse. La Sposa è combattuta se accettare queste nozze o assecondare la passione che sente nel cuore per un altro uomo, Leonardo. Dall’altalenarsi dei suoi pensieri e delle forze universali in gioco si deciderà il destino di tutti i personaggi in scena.

Il microcosmo che Lorca dipinge è violento e patriarcale. In esso, tanto l’uomo quanto la donna sono costretti a un ruolo sociale, ma quello delle donne è legato a doppio filo con quello del marito. Il loro destino sembra una vocazione unica, un filo rosso che le collega per tutta l’opera. Nozze di sangue finisce così con l’essere un dramma universale grazie anche all’uso che Lorca fa della poesia, inserendo momenti fortemente lirici che danno voce all’io interiore dei personaggi. Le poesie traggono spunto da quelle tipiche dell’Andalusia. La centralità del popolo, che tutto e tutti vede e stringe in una rete, crea un dialogo anche con le musiche e le danze folkloriche, ma nel dramma è centrale anche il ruolo del silenzio, del non-detto: gli sguardi, le immagini, raccontano le vite dei personaggi, specialmente delle donne, le loro paure e il loro desiderio di riscatto.

La regia vuole evidenziare gli aspetti della poetica lorchiana a partire dall’importanza dell’elemento popolare. L’ambientazione del dramma non è più spagnola, ma un luogo non meglio identificato del Meridione italiano che non ha alcuna differenza con la terra rurale, circondata dal mare descritta nel dramma. L’elemento poetico originale è mantenuto intatto ed è arricchito dalla musica e la danza popolare non spagnola, ma del Sud Italia: gli invitati al matrimonio ballano una tammurriata e la pizzica, con le sue parole e note, dà voce alla Sposa, chiusa nel silenzio a parlare col suo demone interno.

Con: Vezio Bianchi, Francesco Borsacchi, Giulia Centracchio, Serena Lo Giudice, Bianca Mazzei, Simone Niccolai, Livio Padorno, Annalaura Palazzini, Lucia Papalini, Arianna Ricciardi, Lorenzo Riccitelli, Giulia Ruggirello, Vincenzo Sacco, Giulia Signorini, Marta Spagnoli, Sofia Vannucci


Regia di Giuseppe Mendicino
Assistenti alla regia: Martina Perodi

Tecnico Luci/Audio: Luca Tessieri

DOVE: Teatro Sant’Andrea di Pisa, via del Cuore.

QUANDO: 22/23 novembre 2024, h.21:15

DURATA: circa 1 ora e 30 minuti

BIGLIETTI: Intero €12, Ridotto studenti e over 65 €10, Ridotto soci Koru APS e “Amici di Koru” €8


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