TRADIMENTI, di Harold Pinter

Tradimenti viene considerata l’opera più celebre di Harold Pinter, drammaturgo inglese Premio Nobel per la Letteratura nel 2005. La pièce ha debuttato a Londra nel 1978 e racconta la storia di una relazione extraconiugale che viene però percorsa a ritroso, dalla sua fine per arrivare al suo inizio, dal 1977 al 1968. Oltre ai due amanti, Emma e Jerry, c’è anche il marito di lei, Robert, che è anche il migliore amico di lui; è il classico triangolo amoroso a tutti gli effetti, dalla trama apparentemente semplice e lineare. Quello che rende eccezionale questo testo però non è il ‘cosa’ racconta, ma il ‘come’ lo racconta. I temi principali sono perfettamente calati nello stile di Pinter: la delusione e l’auto-illusione, la complessità delle dinamiche relazionali che porta poi a mettere a nudo le assurdità e le contraddizioni dell’animo umano. I tradimenti a cui si fa riferimento nel titolo del resto non sono solo quelli relazionali tra i tre personaggi, ma anche quelli che gli stessi personaggi infliggono verso loro stessi. Lo stile di scrittura è asciutto, a tratti violento e dissacrante, e spesso le parole non dette, i pensieri taciuti e le azioni nascoste riempiono le vite dei tre protagonisti. È proprio la tensione dei vuoti e dei pensieri il cuore della pièce, l’elemento che tiene incollato lo spettatore mentre le scene si susseguono, in senso inverso, sul palcoscenico.